giovedì 28 febbraio 2013

28/2/13 – 55^ Giorno – Moyale – Etiopia - Kenya 38^ Tappa: Bush Camp - Moyale km. 82,34


28/2/13 – 55^ Giorno – Moyale – Etiopia - Kenya
38^ Tappa: Bush Camp - Moyale km. 82,34

Cartina 38^ Tappa: Bush Camp - Moyale km. 82,34

Oggi è stato finalmente il giorno dell’addio all’Etiopia ed ai disgraziati ragazzini fastidiosi per strada. Lasciamo però anche un paese con stupendi panorami, ma son contento così!. Oggi nella prima parte della tappa era proprio spento senza forze causa ancora della diarrea e delle fastidiose conseguenti irritazioni che rendono lo stare in sella una gran fatica. Poi ho preso dei sali minerali al pranzo e mi son sentito molto meglio. Il finale di tappa è stato tutto dedicato con anche perdita di molto tempo alle pratiche burocratiche per uscire dall’Etiopia e per entrare in Kenya. Per maggiore sicurezza e per volere o consiglio (non ho capito bene) della polizia sono stati cambiati i piani ancora una volta. Si pedalerà solo domani e poi, oltre alle già citate tre tappe fino a Nanyuki, si salteranno altre due tappe (così cinque in totale per 500 km) che verranno coperte in bus in un giorno fino a Marsabit. Il motivo è che il governo kenyota per motivi di sicurezza e per prevenire qualsiasi cosa sta limitando gli spostamenti nelle strade e quindi dobbiamo anticipare il nostro arrivo a Nanyuki, il grande centro dove aspetteremo che passi questo “tornado” elezioni. Lì avremo 4 giorni di riposo per recuperare il programma prestabilito. Io ne approfitterò per riposarmi bene visto che sono molto stanco, ma tra qualche anno mi toccherà tornarci qui (quando sarà tutto calmo e le strade saranno asfaltate) per fare anche questo pezzo delle pietre di lava!:)







mercoledì 27 febbraio 2013

27/2/13 – 54^ Giorno – Bush Camp - Etiopia 37^ Tappa: Yabello – Bush Camp km. 126,72


27/2/13 – 54^ Giorno – Bush Camp - Etiopia
37^ Tappa: Yabello – Bush Camp km. 126,72

Cartina 37^ Tappa: Yabello - Bush Camp km. 126,72

La notte non è passata per niente bene tra diarrea e mal di intestino ed in piena notte avevo proprio deciso di non ripartire, vista anche la stanchezza che mi porto ancora addosso. Poi quando ha suonato la sveglia mi son preparato e mi son detto: “Io parto intanto, se poi non va mi fermo e mi faccio raccogliere dal nostro camion”. Fortunatamente molta della strada sterrata che avremmo dovuto trovare era o già asfaltata o pronta per esserlo e quindi era ben battuta. Poi pedalando pian piano mi sono sentito meglio e quindi ho finito la tappa, anche se gli ultimi 20/25 km dopo l’ultima salita ho avuto un bel po’ di crisi anche per via del vento contro. Nel camp c’era anche un cinese che sta facendo da solo il giro del mondo in bici!









martedì 26 febbraio 2013

26/2/13 – 53^ Giorno – Yabello - Etiopia Riposo


26/2/13 – 53^ Giorno – Yabello - Etiopia
Riposo

Mi sento decisamente meglio con il riposo completo di oggi (fortuna che c’era!), ma mi sento ancora debole e la diarrea non mi abbandona associata a qualche dolore nel basso intestino. Domani ci penso bene prima di ripartire. Ho fatto il bucato e sistemato la bici, ma l’albergo ed il posto sono veramente “primitivi” e quindi il soggiorno non è stato affatto piacevole (la luce c’era solo per qualche ora!). Il capo del Tour ci ha informato che fra due giorni entreremo in Kenya, ma che dovremo saltare tre tappe (che faremo con un bus) in quanto una tappa ultimamente si è resa pericoloso per ruberie di acqua e cibo ai ciclisti e le altre due sono troppo vicine al giorno delle elezioni in Kenya che 5 anni furono teatro di gravi scontri violenti con morti ed il TdA allora dovette completamente sorvolare il paese. La situazione è tranquilla ora, altrimenti non si entrerebbe in Kenya, i loro osservatori e le ambasciate non hanno segnalato problemi anche perché il governo kenyota per non ripetere gli stessi errori pare stia tenendo molto di più sotto controllo il paese. Non ci sono allarmi, ma il TdA per maggiore sicurezza ha deciso che, siccome dobbiamo attraversare per tre giorni di off-road delle zone molto remote ed impervie dove non ci sono affatto collegamenti e città ma solo villaggi sperduti, è meglio attraversare questa zona con un bus e trovarsi in un grosso centro (Nanyuki) dove ci sono anche militari e strade asfaltate nel caso dovesse succedere qualcosa: in pratica è meglio non trovarsi in situazioni di emergenza (anche se improbabili allo stato) senza protezione e senza comode vie di uscite. Il pezzo che dovremo saltare è di circa 330/350 km.







lunedì 25 febbraio 2013

25/2/13 – 52^ Giorno – Yabello - Etiopia 36^ Tappa: Riverbed Camp - Yabello km. 97,12


25/2/13 – 52^ Giorno – Yabello - Etiopia
36^ Tappa: Riverbed Camp - Yabello km. 97,12

Cartina 36^ Tappa: Riverbed Camp - Yabello km. 97,12

Nella mia carriera cicloturistica oggi probabilmente è stata la tappa più difficile e penso proprio di aver toccato il “fondo”, penso proprio di aver scavato dentro di me ogni milligrammo di forza che potevo avere. Già debilitato dalla diarrea che persiste, sono arrivato completamente distrutto, cotto, finito, senza neanche più le forze per fare gli ultimi km in discesa, senza quasi avere la capacità di stare in equilibrio in sella e senza essere in grado all’arrivo di scendere dalla bici da solo!! La tappa è stata tutta sterrata ed i primi 30 km sono stati anche accettabili. Poi però sono iniziate le pietre ed andare avanti è stato veramente difficile, quasi impossibile. Poi ci sono state le salite, tante e dure con pietre grandi per terra che rendevano difficilissimo l’equilibrio. La salita era così ripida ed impervia per le pietre e per le buche che negli ultimi 5/700 mt ho dovuto spingere la bici a mano anche perché iniziava a darmi fastidio la testa: non ce la facevo più e l’equilibrio era molto molto precario. Finita la salita, mi sono rifocillato, mangiando e bevendo, ma ormai avevo il serbatoio vuoto: fare la discesa è stato ancora più difficile in quanto non riuscivo a tenere la bici in equilibrio sia per lo sterrato, ma soprattutto per la stanchezza. Sono dovuto procedere a velocità ridottissima, poi negli ultimi 7/8 km è riapparso il “santo” asfalto, ma ogni metro per me era più difficile del precedente. Non so come sono riuscito ad arrivare in hotel e per un paio di ore sono rimasto seduto con tutta la compagnia a bere perché non riuscivo proprio a rimettermi in piedi. Un norvegese del gruppo molto gentile ha capito la situazione e mi ha offerto di dividere la stanza dell’hotel con lui (in quanto il letto è molto grande) visto che ormai erano tutte occupate e non so dove avrei trovato le forze per montare la tenda nel giardino dell’hotel. Anche oggi alcuni di noi sono andati in crisi, hanno pianto ed hanno anche rinunciato. Più tardi mentre mi riposavo ho avuto anche un’inspiegabile piccola crisi di pianto, forse stavo realizzando che avevo proprio raschiato il barile, che forse avevo esagerato oppure ero solo felice di esserci riuscito….boh, va a capire che mi è successo in quei minuti! In serata ho mangiato un bel po’, ma tale era la stanchezza che camminavo come un vecchietto con il bastone ed avevo un pochino di freddo con febbre. Non penso che dimenticherò mai questa giornata!










domenica 24 febbraio 2013

24/2/13 – 51^ Giorno – Riverbed Camp - Etiopia 35^ Tappa: Arba Minch – Riverbed Camp km. 96,09


24/2/13 – 51^ Giorno – Riverbed Camp - Etiopia
35^ Tappa: Arba Minch – Riverbed Camp km. 96,09

Cartina 35^ Tappa: Arba Minch - Riverbed Camp km. 96,09

Come per tutti quanti (finora mi ero salvato), è arrivata anche per me purtroppo durante la notte prima di ripartire: parlo della diarrea che qui battezza tutti!!:). Ovviamente, già ero stanco, mi sono così sentito molto più debilitato e così per strada, visto che c’era anche lo sterrato da percorrere, me la sono presa veramente con calma, arrivando praticamente tra gli ultimissimi. La tappa è stata difficile e per 50 km circa l’off road è stato anche difficile. Ho bucato anche la ruota davanti, mentre in hotel (chissà come) ieri in serata tardi prima di andare a dormire avevo trovato la ruota posteriore a terra. Anche oggi i soliti problemi con i ragazzini lungo la strada che bisogna affrontare con decisione, a muso duro e minacciarli per renderli meno fastidiosi ed appiccicosi. Il camp è stato allestito sul letto di un fiume in secca in fondo ad una discesa.














sabato 23 febbraio 2013

23/2/13 – 50^ Giorno – Arba Minch - Etiopia 34^ Tappa: Bush Camp – Arba Minch km. 101,65


23/2/13 – 50^ Giorno – Arba Minch - Etiopia
34^ Tappa: Bush Camp – Arba Minch km. 101,65

Cartina 34^ Tappa: Bush Camp - Arba Minch km. 101,65

Anche oggi è stata una vera “battaglia” con i ragazzini per strada che avevano sempre in mano gli strumenti di lavoro: hanno dato fastidio a tutti tutto il giorno e qualcuno per stress di nuovo ha abbandonato la pedalata. La tappa è stata meno difficile perché si è sviluppata pù che altro lungo un lago, ma ci sono stati lo stesso saliscendi ed anche circa 15 km di strada sterrata a causa di lavori in corso. Siamo in questa cittadina ed il camp è stato allestito nel parco di un hotel. Io ho preso una stanza con Dario che domani ripartirà per l’Italia per cercare di dormire un po’ meglio visto che sono stanco e che domani inizierà un’altra sessione off-road.









venerdì 22 febbraio 2013

22/2/13 – 49^ Giorno – Bush Camp - Etiopia 33^ Tappa: Hosaina – Bush Camp km. 125,94


22/2/13 – 49^ Giorno – Bush Camp - Etiopia
33^ Tappa: Hosaina – Bush Camp km. 125,94

Cartina 33^ Tappa: Hosaina - Bush Camp km. 125,94

Oggi è stato veramente impressionante: 125 km strapieno ogni metro di ragazzini aggressivi e gente poco simpatica per strada. Sassi, frutti, fruste, bastoni……hanno tirato di tutto ed una volta in difesa ho dovuto anche tirare fuori la mia catena. Ho pedalato con Dario che ha bucato due volte: la prima ha cambiato la camera d’aria con tanti bambini intorno che premevano curiosi e che chiedevano “money”; la seconda è stato invece impossibile cambiarla in quanto la foratura è avvenuta proprio nel villaggio ed in pochi secondi non avevamo neanche lo spazio per respirare e muoverci. Abbiamo quindi messo solo un po’ di aria alla camera d’aria (che evidentemente aveva solo un piccolo forellino) e siamo usciti di corsa dal paese per cercare un posto un po’ più tranquillo (ossia con meno gente) per effettuare le operazioni di sostituzione della camera d’aria. Talmente era tanta la gente per strada che diceva, come dal primo giorno in Etiopia, sempre le stesse cose (“you, you”, “money”, “birr”, “where you go?”) che alcuni hanno rinunciato per strada a causa dello stress che si crea nel pedalare in questo modo. Oggi molti ragazzini per la prima volta avevano in mano strumenti di lavoro (maceti e piccole falcette per tagliare legna ed erba) che li rendevano, almeno all’apparenza, più pericolosi. Anche oggi ci osno stati i soliti saliscendi anche se più che altro siamo scesi. Un po’ nuvoloso.